Non è facile in poche righe trasmettere un’idea delle implicazioni della figura di Julia de Burgos nella cultura popolare portoricana e in quella immigrante negli Stati Uniti. Anche se la cultura dominante ha cercato di assimilare la sua figura, togliendole la forza sovversiva e trasformandola in una poetessa romantica e sentimentale, la cultura popolare percepisce perfettamente che Julia scrive dalla prospettiva dell’escluso e che la sua impostazione sentimentale si fa lotta contraddittoria (di rifiuto e di attrazione) contro l’identità modellata dalla società patriarcale e borghese creola dominante. Julia patì per tutta la sua vita lo sfruttamento e la povertà, e come attivista politica indipendentista antistatunitense fu sorvegliata e perseguitata dall’FBI. I misteri e le leggende sulla sua vita (molti e molto significativi) hanno a che vedere con le vicissitudini che la collocarono fuori dalla cultura ufficiale. Intorno alla sua vita si intrecciano un’infinità di leggende urbane: sul suo attivismo politico (che ne individua il collegamento con i movimenti nazionalisti e rivoluzionari dominicano, cubano e portoricano, perseguitata dall’FBI e da organizzazioni maccartiste come Gladio); sui suoi amori (Lluis Lloréns Torres, Juan Antonio Corretjer, Juan Bosch); sulla sua rivalità con l’intellettuale portoricana Nilita Vientós per gli amori con Juan Isidro Jiménez Grullón, ecc.; sulla sua vita bohémienne nell’Harlem ispanico, fra alcol, droghe e vita dissoluta; sulla sua morte tragica e solitaria.